Il Metro' e' il grande mostro buono dai mille tentacoli e dalle mille risorse. Amato, odiato, indispensabile, imprescindibile, affollato, torrido, contestato e tutto quello che volete.
Ma Parigi senza il suo vecchio e modernissimo caro metro' non sarebbe la stessa. Lercio e romantico, deserto e gremito, ossimorico, noioso, complesso e capace di render la vita un inferno, ma un inferno piu' semplice.
Se Baudelaire l'avesse conosciuto, sono sicura che gli avrebbe dedicato i suo versi. L'aurore grelottante en robe rose et verte...
Aperto dall'alba sino a tarda sera - le prime corse sono alle cinque del mattino, le ultime poco dopo mezzanotte ed il sabato sera, dopo le due - e' il mezzo piu' usato per recarsi al lavoro ed in qualsiasi altro posto, e' veloce, comodissimo, capillare.
Si', Signori miei, io ne sono innamorata. Frequentato e frequentabile sino alla chiusura, stravolge spazio-temporalmente la citta', taglia, attraversa, corre sotto la Senna, annoda Riva Destra e Sinistra e mette tutto a portata di mano.
E poi il metro' e' una città nella città, una meta-citta' direbbero certi sociologi moderni, con i suoi meta-luoghi, le sue meta-regole, la sua meta-vita.
Il parigino medio ci trascorre 30 o 40 minuti ogni mattina e ogni sera e mezzora a Parigi e' tempo prezioso. Il genio del micropendolare metropolitano non ha limiti : in tre o quattro fermate si vedono svolgervisi ad orari impensabili le attività più disparate. Incontrerete la signora che lavora a maglia alle sette del mattino, lo studente che ripassa alle otto, lo sportivo che si cambia le scarpe alle quattro, professori che correggono compiti con un occhio semiaperto alle sette di sera, ragazze che si rifanno il trucco tra l'ufficio e l'aperitivo, single stravolti che addentano croissants alle nove di sera, mille drogati di sudoku, qualche drogato vero, iLobotomizzati cronici, burattinai da due fermate, cantanti marocco-napoletani e lettori occhialuti ad ogni ora. Che c'è di geniale? Chiederete. Il calcolo dei tempi e' geniale, perché' la signora che fa la maglia sa quanti punti riuscirà a fare in due fermate e metterà via i ferri esattamente all'apertura delle porte, il single a che stazione avrà finito il suo spuntino e le fanciulle in libera uscita che in tre fermate si sistemano rimmel, phard e profumo.
Per non parlare di chi manda sms e telefona. Nel metro' di Parigi, miei cari lettori, i cellulari funzionano.
Non si scherza con i biglietti : i controllori ci sono e sono spesso i borghese.
Vi parlo dei mille e mille snodi in un articolo di questa sezione.
Ma Parigi senza il suo vecchio e modernissimo caro metro' non sarebbe la stessa. Lercio e romantico, deserto e gremito, ossimorico, noioso, complesso e capace di render la vita un inferno, ma un inferno piu' semplice.
Se Baudelaire l'avesse conosciuto, sono sicura che gli avrebbe dedicato i suo versi. L'aurore grelottante en robe rose et verte...
Aperto dall'alba sino a tarda sera - le prime corse sono alle cinque del mattino, le ultime poco dopo mezzanotte ed il sabato sera, dopo le due - e' il mezzo piu' usato per recarsi al lavoro ed in qualsiasi altro posto, e' veloce, comodissimo, capillare.
Si', Signori miei, io ne sono innamorata. Frequentato e frequentabile sino alla chiusura, stravolge spazio-temporalmente la citta', taglia, attraversa, corre sotto la Senna, annoda Riva Destra e Sinistra e mette tutto a portata di mano.
E poi il metro' e' una città nella città, una meta-citta' direbbero certi sociologi moderni, con i suoi meta-luoghi, le sue meta-regole, la sua meta-vita.
Il parigino medio ci trascorre 30 o 40 minuti ogni mattina e ogni sera e mezzora a Parigi e' tempo prezioso. Il genio del micropendolare metropolitano non ha limiti : in tre o quattro fermate si vedono svolgervisi ad orari impensabili le attività più disparate. Incontrerete la signora che lavora a maglia alle sette del mattino, lo studente che ripassa alle otto, lo sportivo che si cambia le scarpe alle quattro, professori che correggono compiti con un occhio semiaperto alle sette di sera, ragazze che si rifanno il trucco tra l'ufficio e l'aperitivo, single stravolti che addentano croissants alle nove di sera, mille drogati di sudoku, qualche drogato vero, iLobotomizzati cronici, burattinai da due fermate, cantanti marocco-napoletani e lettori occhialuti ad ogni ora. Che c'è di geniale? Chiederete. Il calcolo dei tempi e' geniale, perché' la signora che fa la maglia sa quanti punti riuscirà a fare in due fermate e metterà via i ferri esattamente all'apertura delle porte, il single a che stazione avrà finito il suo spuntino e le fanciulle in libera uscita che in tre fermate si sistemano rimmel, phard e profumo.
Per non parlare di chi manda sms e telefona. Nel metro' di Parigi, miei cari lettori, i cellulari funzionano.
Non si scherza con i biglietti : i controllori ci sono e sono spesso i borghese.
Vi parlo dei mille e mille snodi in un articolo di questa sezione.
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